VADEMECUM / La musica
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Ci sono alcuni schemi che si ripropongono, immutabili, negli anni e lasciano più di un dubbio intorno alla possibilità di un libero arbitrio.
Saremo pure spiriti indipendenti, fatto sta che all' annuncio dell' " ultimo tango..." un "...a Parigi!" ci scappa sempre.
Ugualmente, una manifestazione di prevedibilità nei rapporti allievi-insegnanti è la richiesta di musica. Laddove con "musica" non si intende un concetto astratto, ma dischi, travasi di dati su pen-drive...
Diciamo che se l' "...a Parigi" è un incidente (ancorché tanto frequente da far pensare a un complotto), la richiesta di musica è un' epidemia.
Spero vi renderete conto che non possiamo diventare dei distributori di dischi o di file.
A parziale indennizzo del rifiuto che siamo costretti a opporvi, eccovi la segnalazione di alcuni autori, tra i più rappresentativi, per indirizzarvi nelle vostre ricerche, in rete o nei negozi e darvi alcuni minimi appigli per orientarvi nell' ascolto e nel ballo.
Il tango è un ballo.
Non escludendo la possibilità di muoversi nel silenzio, per esprimere un sentimento, in linea di massima, il concetto di "ballo" si accompagna a quello di "musica".
Nelle prime lezioni, si tende a considerare la musica come una specie di ostacolo alla capacità di concentrarsi, il che, ben rivela uno dei punti critici dello studio.
Abituati come siamo a considerare l' apprendimento come un impegno, sul quale applicare al massimo le nostre facoltà mentali, tendiamo a porre un eccesso di attenzione razionale ai nostri movimenti, che sarebbero molto più armoniosi e risulterebbero molto più efficaci se lasciati andare, seguendo l' onda emotiva generata dalla musica, piuttosto che il progetto di un passo.
Il ballo procede per variazioni minime; è alla danza che si richiede una continua novità. Accettate la ripetitività del gesto semplice, se è una naturale risposta alla suggestione musicale; all' inizio, non potranno esserci che reazioni elementari, col progredire dell' esperienza (di studio, si, ma anche e soprattutto di ballo) il vostro linguaggio si arricchirà spontaneamente.
Insomma, la musica dovrebbe essere il vostro stimolo principale.
Ascoltate da subito, immergetevi nelle note e fate in modo che siano loro a muovervi e non la memoria dell' ultimo passo imparato a lezione. Imparate a distinguere le varie orchestre, non tanto per riuscire a dire "Questo è Di Sarli; quest' altro, Pugliese", quanto per avvertire la diversità di "colore" e in base alle diverse sfumature, modificare il vostro approccio al ballo.
All' inizio non è facilissimo individuare il finale dei brani; fateci attenzione.
Continuare a ballare a musica terminata è la spia più evidente del fatto che non state, davvero, ballando.
Il tango, come forma musicale ha circa centoventi anni di vita.
Nasce e si sviluppa, grosso modo, nello stesso periodo storico del jazz e, come il jazz, nasce povero.
Musica semplice, suonata da gruppi di due, tre, quattro elementi, gira il mondo,
nascono le orchestre, entra in teatro, dalla porta principale, diventa moda e punto di riferimento.
Nel jazz, sapete quanto siano diversi swing e be-bop, acid e free... Bene, nel tango troverete la stessa ricchezza evolutiva; è per questo che un piccolo aiuto all' orientamento potrà risultarvi utile.
Senza voler trattare per esteso la storia del tango, vi basti prendere confidenza con alcuni autori, tra i più rappresentativi, con cui -senza conoscerne il nome- avete già familiarizzato in milonga.
Francisco Canaro (1888 - 1964)
Il sommo, il supremo tra gli autori della "Guardia vieja"; colui che tutto aveva già capito del tango ancora prima che questo genere musicale arrivasse a maturazione e che ne ha anticipato gli sviluppi e le ideee. Aveva previsto tutto quello che è successo dalla fine del suo secolo all' inizio del nostro. Gli è scappato giusto il tango elettronico, ma fargliene una colpa mi pare ingeneroso
Osvaldo Fresedo (1897 - 1984)
Ha "raffinato" il tango della sua epoca, portandolo in società, ammorbidendone le sonorità. Non sempre ideale per il ballo, per l' aria un po' "da crociera" di molti brani.
Sicuramente, un "grande"; il suo stile può essere apprezzato anche oggi, ma, a parte qualche brano "eterno", solo come testimonianza di un gusto passato.
Juan d' Arienzo (1900 - 1976)
Il "riempipista" del suo e del nostro tempo.
Ritmo molto marcato, arrangiamento "geometrico", marziale. Raramente malinconico. Impossibile non ballarlo.
Carlos di Sarli (1903 - 1960)
Un' apoteosi di violini; grande raffinatezza e l' impressione che la musica rallenti il ritmo che lui stesso dirige.
Avvolgente, struggente; brillante quando è il caso.
Osvaldo Pugliese (1905 - 1995)
Ha portato il tango nel tempio sudamericano della musica colta e della lirica, il teatro Colon di Buenos Aires.
Molto longevo, ha evoluto il suo stile, nei decenni, fino a farlo diventare semplicemente "il tango".
Raffinatissimo. Arrangiamenti molto ricchi, andamento "sinfonico", non facilissimo da seguire per i ballerini meno esperti che fanno fatica a individuare il ritmo e a seguirlo nelle sfumature di tempo e nelle sospensioni, ma... se ogni tango è una storia, ogni tango di Pugliese è un' epopea.
Miguel Calò (1907 -1972)
Semplice, leggibile, tempo ben scandito, ritmo che fa muovere le gambe.
Alfredo de Angelis (1910 -1992)
Un arrangiamento studiato per colpire. Forse un po' grossolano, ma di grande efficacia. Più articolato sui volumi che sulle dinamiche di tempo e ritmo. Dagli anni '70 in poi, da dimenticare.
Anibal Troilo (1914 - 1975)
Un altro momumento che ha avuto il tempo di una carriera densissima di incontri e opportunità, per articolare il suo linguaggio. Il suo ultimo periodo è caratterizzato da un arrangiamento molto "carico" e un po' cupo, non facilissimo da ballare, ma di grande impatto.
Astor Piazzolla (1921 - 1992)
L' innovatore degli innovatori. Ha scritto talmente tanto, da non riuscire a evitare di registrare anche brutti pezzi. Stando lontani dal periodo della chitarra elettrica e batteria ('70), non sarà difficile cogliere occasioni d' ascolto impagabili. E' l' autore più facilmente reperibile; ma anche il meno adatto al ballo.
Per quanto riguarda l' attualità, ci sono buone orchestre che incidono pezzi originali e brani di repertorio. Il vantaggio principale delle loro riproposizioni è una migliore qualità sonora delle registrazioni, elemento non disprezzabile, dovendo ballare, nella maggior parte dei casi su rimasterizzazioni di vecchi 78 giri, monofonici.
In più, ogni musicista, tende a portare qualcosa di suo anche nella più fedele delle trasposizioni, così che, avendo già sentito centinaia di volte un grande classico suonato sempre nello stesso modo, qualsiasi variazione è sempre la benvenuta.
Diciamo che potete indirizzarvi a occhi chiusi verso qualunque nuova incisione di gruppi argentini, a patto che sullo stesso album non compaiano, insieme, "La cumparsita" e "Caminito" o "A media luz" e "El choclo" e in copertina non ci siano calze a rete.
La raccolta "Tangomania" della EMI (doppio CD al prezzo di uno solo) è un ottima occasione di scoperta verso questo sconfinato mondo. Ci sono circa quaranta brani di autori ed epoche diverse, quasi tutti molto belli e, comunque, utilissimi a orientarvi, concretamente.
Attenzione, c' è almeno un' altra raccolta, in giro, che si intitola "Tangomania", ma è potenzialmente letale. Quella edule è della EMI ed è un doppio CD.
Per quanto riguarda la nuova onda di tango elettronico, ecco alcune brevi note a commento dei tre nomi più noti.
Gotan Project
I primi a proporre sonorità "sintetiche" nel tango. Hanno goduto del vantaggio della novità, tentando poi di capitalizzare il succeso del primo, pubblicando un secondo album ("Inspiracion-espiracion") che è peggio del Tangomania della casa discografica misteriosa . Anche nei loro momenti migliori, niente di che; a meno che non si sia patiti del "lounge".
Bajofondo tango club
Già più articolati dei Gotan Project, se non altro perché nella sigla BFTG confluiscono diversi gruppi ed autori. Non riescono comunque a fare molto per dissipare il sospetto di proporre furbacchionate ben confezionate che diventano scontate già al secondo ascolto. Salvo poche eccezioni, i brani sono poco utili al ballo (se siete in una milonga e non in discoteca).
Narcotango
Ovvero Carlos Libedinsky; il migliore, l' unico in cui riconoscere, oltre all' adeguarsi alle contingenti lusinghe del mercato, un' ispirazione e una capacità musicale. Magari non eccelsa, ma che fa intravedere una qualche onestà.
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N.B.
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Le valutazioni sono tutte personali e discutibili.
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Musicisti ce ne sono centinaia; la selezione proposta, ad ogni modo, considera alcuni dei più rappresentativi per genere e periodo storico.
Sul sito Todo Tango trovate un archivio sterminato e la possibilità di ascoltare incisioni di tantissimi autori.